“Chaperon” per la cura dell’Alzheimer spazza via le proteine dannose.

14 Febbraio 2020 alle 08:33 · · 0 commenti

“Chaperon” per la cura dell’Alzheimer spazza via le proteine dannose.

Una molecola frena la progressione della malattia.

Oggi apprendiamo che chaperon molecolare è una molecola che spazza via dal cervello le proteine Beta-amiloidi ritenute responsabile dello sviluppo della Malattia di Alzheimer.

Curioso il fatto che il termine chaperon, decenni fa, indicava una donna anziana che accompagnava una giovane nubile di buona famiglia in pubblico.

Da una ricerca pubblicata sulla rivista Molecular Neurodegeneration, i ricercatori della Temple University di Filadelfia descrivono quello che hanno scoperto: un “nuovo chaperon molecolare in grado di prevenire la malattia di Alzheimer negli animali inclini a sviluppare il morbo”.

Per la prima volta in assoluto i ricercatori affermano che un farmaco a base di chaperon molecolare può interrompere efficacemente i processi anormali. Quelli che danneggiano i neuroni e alimentano la perdita di memoria e alla fine causano la malattia di Alzheimer.

Nel corpo, le proteine cellulari sono intrinsecamente instabili e possono spesso deformarsi. Nei cervelli sani, la molecola VPS35 agisce come selezionatore ovvero come “accompagnatore”, separa le proteine disfunzionali e vecchie, e le spazza via dal cervello.

Come funziona.

In un precedente studio, i ricercatori dimostrarono che quel VPS35 spazza via dal cervello le proteine potenzialmente dannose come beta amiloide e tau. Ma nell’Alzheimer i livelli di VPS35 sono ridotti, il che consente l’accumulo di proteine amiloidi e grovigli di tau che degradano la funzione neurologica.

“Il nostro farmaco chaperone ha specificamente ripristinato i livelli di una molecola di smistamento nota come VPS35”,

ha detto in un comunicato stampa il dott. Domenico Praticò, ricercatore senior del nuovo studio e direttore del Centro Alzheimer a Temple.

Praticò chiarisce che gli chaperon molecolari sono più economici, rispetto ad altre terapie in via di sviluppo per l’Alzheimer, e alcuni sono già stati approvati per il trattamento di altre malattie

“Questi farmaci non bloccano un enzima o un recettore, ma colpiscono un meccanismo cellulare. Questo significa che esiste una percentuale molto più bassa di effetti collaterali”.

Nella nuova ricerca, i ricercatori hanno studiato gli effetti degli chaperon molecolari sullo smistamento delle proteine nei topi da laboratorio affetti da malattia di Alzheimer. I ricercatori hanno somministrato gli chaperon nei topi in giovane età, prima che iniziassero a mostrare segni del morbo. Man mano che gli animali crescevano, venivano testati gli effetti sulla memoria e sull’apprendimento.

Rispetto ai topi non trattati con lo chaperon, i ricercatori scoprono che gli animali trattati avevano una memoria migliore e si comportavano proprio come i topi normali.

Quando i ricercatori hanno esaminato i neuroni dei topi trattati, hanno riscontrato significative riduzioni dei grovigli di tau, nonché riduzioni delle placche beta-amiloidi. Inoltre, hanno scoperto che i livelli di VPS35 sono ripristinati e che le sinapsi erano perfettamente funzionanti dopo la terapia farmacologica con chaperon.

I test sull’uomo, però, non sono imminenti:

“Poiché la nostra indagine più recente è stata una sperimentazione, vogliamo sapere ora se questa terapia potrebbe anche funzionare come trattamento per i pazienti già con diagnosi di malattia di Alzheimer”,

ha detto Praticò.

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