Un nuovo farmaco per la cura dell’Alzheimer.

7 Febbraio 2020 alle 08:55 · · 0 commenti

Un nuovo farmaco per la cura dell’Alzheimer.

Migliora l’attività dei neuroni, l’apprendimento e la memoria.

In una nuova ricerca scientifica, gli scienziati hanno testato un farmaco molto promettente per la cura dell’Alzheimer. Il farmaco stimola una piccola molecola che si trova tra le cellule cerebrali e aumenta la funzione dei recettori dei neurotrasmettitori (NMDA).

Sfruttando la connessione tra le cellule cerebrali o neuroni, i recettori NMDA svolgono un ruolo nella cognizione e nella memoria. Infatti, i ricercatori sanno da tempo che la compromissione dei recettori NMDA è associata al declino cognitivo e all’accumulo di amiloide nei pazienti con Alzheimer. Inoltre, sono anche collegati ad altre malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative croniche, nonché all’epilessia.

Somministrando il nuovo farmaco per la cura dell’Alzheimer, l’attività nei recettori sinaptici NMDA migliora. Migliorano anche la memoria e le onde cerebrali che rivelano il ritmo del cervello.

I ricercatori hanno testato il farmaco (chiamato semplicemente GNE-0723) in questa fase iniziale, su topi affetti da Alzheimer e sindrome di Dravet, una rara forma di epilessia. GNE-0723 agisce riducendo le onde a bassa frequenza nel cervello, un tipo di attività che diventa più frequente nella malattia di Alzheimer e nella sindrome di Dravet.

La riduzione delle “onde” comporta un miglioramento della cognizione e della memoria e interrompono l’attività epilettica nei topi da sperimentazione. Dopo essere stati in cura per diverse settimane hanno effettivamente mostrato miglioramenti nell’apprendimento e nei test di memoria rispetto a quelli non trattati.

A che punto siamo con la ricerca?

Attualmente, la ricerca per trovare un nuovo farmaco per la cura dell’Alzheimer è divisa in diversi campi. Alcuni farmaci, diversamente dal GNE-0723, mirano all’accumulo di beta-amiloide, che è ancora considerato uno delle principali cause della malattia. L’aducanumab di Biogen, che combatte l’amiloide, ha mostrato risultati promettenti in dati recenti ed è in attesa di approvazione.

Altre studi scientifici mirano a sviluppare farmaci che combattono la proteina tau, l’infiammazione o la genetica che contribuiscono alla malattia. L’ultima ricerca, nel frattempo, può aprire una strada per una potenziale terapia che si affina su una parte specifica del cervello: i recettori NMDA.

Prima d’ora non avevamo gli strumenti ideali per migliorare i recettori sinaptici NMDA. Ora, la capacità di indirizzare in modo specifico questi recettori apre molte nuove possibilità per il trattamento dei disturbi cognitivi.

Ha affermato il Direttore capo dello commissione di ricerca dott. Jorge Palop.

Fonte: https://medicalxpress.com/news/2020-01-small-molecule-alzheimer-disease-dravet.html

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