Frutta, spinaci e vino rosso contrastano l’Alzheimer.

13 Marzo 2020 alle 08:35 · · 0 commenti

Frutta, spinaci e vino rosso contrastano l’Alzheimer.

I flavonoidi presenti in alcuni alimenti prevengono le malattia neuro-degenerative.

Nel cercare di trovare una cura per la demenza, ci si sta accorgendo che si potrebbe fare la differenza nel diminuire i casi di Alzheimer adottando una sana dieta. In un nuovo studio, i ricercatori hanno scoperta un particolare antiossidante, noto come flavonolo, trovato nella frutta e verdura e può combattere l’Alzheimer.

Se c’è qualcosa di cui i neurologi sono certi, è che l’esercizio fisico; una dieta ricca di cibi mediterranei come frutta; verdura e olio d’oliva sono le migliori strategie per rallentare la progressione delle malattie neurodegenerative. Ma cosa c’è esattamente nella frutta, spinaci e vino rosso che le rendono così protettive per il cervello?

I ricercatori della Rush University di Chicago hanno incominciato a studiare il flavonolo per definire meglio perché una dieta sana può prevenire o rallentare la progressione dell’Alzheimer.

Flavonoli e Alzheimer

I flavonoli sono un gruppo di sostanze di fitochimica, che sono composti attivi presenti nei pigmenti delle piante. Essi rientrano in una classe più ampia di flavonoidi, che si trovano nella corteccia, radici, steli, fiori, funghi, vino e tè. Da non confondere con i flavanoli (scritti con una “a”), i flavonoli si trovano in una grande varietà di frutta e verdura.

È noto da tempo che i flavonoidi in generale, date le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, sono considerati buoni per la salute.

Nell’ultimo studio, i ricercatori hanno esaminato 921 persone anziane con un’età media di 81 anni. I partecipanti non avevano Alzheimer o demenza. Ogni anno nel corso di sei anni, i partecipanti riferivano sulla frequenza con cui mangiavano cibi contenenti flavonoli; sono stati tenuti in considerazione anche i loro livelli di istruzione, attività fisica e attività mentale. Durante lo studio, 220 persone finiranno per sviluppare l’Alzheimer.

I ricercatori hanno suddiviso tutti i partecipanti in cinque gruppi, a seconda della quantità di flavonolo assunta nella loro dieta: il gruppo più basso mangiava circa 5,3 milligrammi di flavonolo al giorno e il gruppo più alto consumava circa 15,3 milligrammi al giorno.

Come la frutta e verdura combattono l’Alzheimer.

La considerazione principale fu che le persone del gruppo con più alto flavonolo hanno avuto il 48% in meno di probabilità di sviluppare l’Alzheimer, rispetto alle persone del gruppo più basso, anche quando i ricercatori hanno adattato i dati alla genetica, alla demografia e ad altri fattori dello stile di vita.

Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati, ma questi sono dati promettenti,

afferma il Dr. Thomas Holland l’autore principale del nuovo studio.

Mangiare più frutta e verdura e bere più tè potrebbe essere un modo abbastanza economico e semplice per aiutare le persone a prevenire la Malattia di Alzheimer

Con l’aumento della popolazione anziana in tutto il mondo, qualsiasi diminuzione del numero di persone con questa malattia devastante, o addirittura ritardandola di qualche anno, potrebbe avere un enorme beneficio per la salute pubblica.

Gli alimenti ricchi di Flavonoli.

È interessante sapere che esistono quattro diversi tipi di flavonoli: isoramnetina (presente in pere, olio d’oliva, vino e salsa di pomodoro); kaempferolo (presente in cavoli, fagioli, tè, spinaci e broccoli); miricetina (si trova nel tè, nel vino, nel cavolo, nelle arance e nei pomodori); la quercetina (presente nel pomodoro, nel cavolo, nelle mele e nel tè).

In tante ricerche recenti, gli scienziati hanno scoperto che un approccio della medicina ai cambiamenti dello stile di vita, personalizzato in base alla genetica, all’età e ai bisogni di una persona, potrebbe effettivamente rallentare il tasso di declino associato alle malattie neurodegenerative. Secondo tale studio, fino a un terzo dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto con una dieta e attività fisica.

Fonte: AMERICAN ACADEMY OF NEUROLOGY.

Categorie: News

Lascia un commento